Storie di tutte le cose visibili e invisibili



mercoledì 28 ottobre 2015

La sorellanza non è questione di parentela

Amica,
lo so che non siamo proprio amiche, nel vero senso della parola, che usciamo insieme, e ci diciamo le cose e ci scambiamo lo smalto.
Però “e non è scritto da nessuna parte che io e te, avremmo avuto vita regolare”, e quindi siamo tutte diverse, anche in questo.

Io ti volevo dire che … mi trasmetti equilibrio.
Che magari non è vero e dentro sei un tumulto di caos e disordine, ma io ti vedo come “quella che è passata in mezzo ad un uragano, e mai avrei detto che ce l’avrebbe fatta, invece ce l’ha fatta”.
Perché io ti ho vista piccola e annientata, anche se da lontano, e ho avuto paura che non ti saresti rialzata più. Che avresti dovuto convivere per sempre con quel buio dentro.
E sicuramente è così, ma non so come, tu forse eri destinata a tutto questo, ad un percorso così. Anzi, io credo che tu ti sia presa quello che volevi.
Io ti ammiro.
Non ti invidio, per la prima volta in vita mia non invidio la felicità altrui.
Tu sei riuscita a fare questo.
Ti ammiro, perché hai tutto quello che io vorrei, anche la parte brutta.
Non perché lo vorrei io, ma perché te lo sei presa.

Comunque ecco, ieri vederti all'improvviso è stato bello, ho sentito proprio tanto amore per te, come se avessi incontrato mia sorella, e io una sorella non ce l’ho.
Quindi volevo dirtelo.
Che sono felice di saperti felice, e per me, credimi, è una grande novità.