Tra poco più di un
mese dovrò lasciare la mia casa.
Non posso più
permettermi di pagare un affitto se, parallelamente, mi concedo anche il lusso
di fare cose tipo mangiare e mettere la benzina nella macchina.
La lettera di
disdetta al padrone di casa l’ho spedita con serenità, pensando che i 6 mesi di
preavviso mi avrebbero autorizzata a non preoccuparmi di dove andrò a dormire.
Ma il padrone di casa
si è messo agitato, e si è presentato con una coppia di fidanzati che oltre ad
avere un gatto castrato ha anche fretta di prendere possesso del mio giardino e
della mia libreria (“uh che bella, se non sai dove metterla me la puoi
lasciare, anche io adoro i libri!!”). Giù le mani, baby. Dormirò in un frigo,
ma la Billy viene con me.
Quindi, insomma,
adesso è tutto vero.
Ora voi forse non lo
sapete, ma l’unica cosa al mondo che conti veramente per me è l’indipendenza
residenziale.
La casa.
Ne avevo forse
accennato qui.
La molla che mi ha
spinto a spedire quella maledetta lettera di disdetta è stata, oltre ad una
realistica analisi della mia disperata situazione economica, l’offerta di Lui a
trasferirmi in casa sua, al piano superiore.
Questa proposta mi ha
piacevolmente sorpreso, perché fino a qualche mese fa parole come “convivenza”
e “matrimonio” scatenavano solo sorrisini imbarazzati e rifiuti determinati.
Ma ci sono molte cose
da considerare.
Per una quasi 45enne
(fichissima) che non ha mai convissuto con nessuno, che pure mamma e papà le
stavano stretti, quanto verosimile è una condivisione di 65 mq ed un solo bagno
con un uomo e due figliastri adulti, che anche se solo per dimensioni riempiono
parecchio spazio e tempo?
Come si fa a far
stare il contenuto di due mini appartamenti in uno solo?
Dove metterò i miei
libri/scarpe/conchiglie/foto/assorbenti/creme/vestiti/piatti?
Una come me che ama
il bianco burro e lo stile Country Chic, quanto può sentirsi a proprio agio in
un appartamento maschile con molto design e molto nero?
Per una che considera
divano e TV gli unici arredi necessari, che speranza c’è di sopravvivenza con
un unico scomodissimo e costosissimo divano di pelle ed un'unica TV dove
scorrono solo immagini di telefilm noiosissimi adolescenziali e film di guerra?
Per una come me, che
la parola “Casa” ha immenso valore, è possibile rassegnarsi a diventare ospite?
E se poi, a
prescindere, non funziona?
Ho la responsabilità
di prendere una decisione che potrebbe coinvolgere i Figliastri.
E se coinvolgo loro, devo
evitare tentativi iniziati già con nullo entusiasmo che mi potrebbero portare a
fare le valigie entro breve.
D’altro lato, che
alternative ho?
Tornare a stare dai
miei, dove peraltro andrebbero in massa gli scatoloni riempiti di tutta la mia
vita.
Io amo i miei
genitori ma per centinaia di motivi tornare a vivere in quella casa significa
la mia morte.
Già mi vedo seduta
sul divano tra mia madre a mio padre a guardare la TV, con la mia cameretta
invasa dagli scatoloni.
Il problema potrebbe
essere temporaneo, ma non lo è.
Voi direte: ma
prendere una casa più grande con Lui, no?
Tempi duri, non si
vende.
E se non si vende,
non si compra.
Affitto? Occhei, e il
muto chi lo paga?
Insomma, mia madre è
convinta che io tornerò a vivere da loro.
Lui è convinto che
andrò a vivere da lui.
In questo momento, io
vorrei solo trasferirmi in un Paese caldo senza lasciare traccia.