Succede che a volte
(a volte?) la vita ti travolge, che non hai il tempo e la forza di accorgerti
di quello che lasci, sulla strada, mentre corri verso la fine dell’ennesimo
tunnel.
Travolge facendoti piangere,
facendoti crollare su te stessa, cadere nel buio e sperare solo che finisca,
qualsiasi cosa sia.
Passano le settimane
e i mesi, e quello che perdi sulla strada, di solito, sono le uniche cose che
conterebbero davvero.
Le persone che ti
permetti di maltrattare, non perché sai che ci saranno sempre, ma perché non
puoi farlo con nessun altro.
Succedono cose
strane, nella vita delle persone.
Momenti di troppo
pieno o troppo vuoto, che forse è la stessa cosa, e che appena ti fermi ti
sembra che il mondo ti debba qualcosa.
Una ricreazione.
Da tutto quello che è
successo, da quello che non è successo.
Da te stessa.
E allora succede un
momento, un momento soltanto, in cui squilla quella campanella e decidi di salire
nella giostra.
In ricreazione dalla
vita.
Da te stessa.
Per scoprire che la
vita è passata ma tu, in fondo, sei quella di sempre.
Le ricreazioni
assomigliano ad un treno in transito veloce.
Senza tetto.
Che travolge tutto, e
tutti, anche chi ci sta sopra.
Da quando ero piccola
ho paura dei treni.
Mi ricordo piccolissima,
in braccio a mia madre, sulla banchina di una stazione, scoppiare in lacrime
dopo che il vento veloce al passaggio di un treno mi aveva staccato un bottone
dalla giacca.
Piuttosto di sostare
davanti ad un passaggio a livello preferisco cambiare strada.
Dopo il passaggio di
un treno, restano sui binari solo fogli di carta volanti, polvere e molto
rumore che arriva dal fondo.
Ma come diceva
Tiziano Ferro, e forse anche qualcuno di più autorevole, se non ti uccide,
fortifica.
La ricreazione è
finita prima che suonasse di nuovo la campanella.
Che avevo i compiti
da fare e non avevo tempo.
Il treno ha travolto
me e quella persona che avrei dovuto proteggere dal dolore, sempre.
Perché è quella persona
che sopporta, difende, abbraccia, nutre.
Che venera, foraggia,
e Ama, più di chiunque altro.
L’Amore si trasforma
e a volte, nel dolore, diventa forte, come se tutta la vita davanti fosse
cortissima, tutta la vita indietro fosse remota, e nel presente esistesse solo
la mancanza.
L’Uomo che improvvisamente mi ha insegnato cos’è l’Amore.
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