Storie di tutte le cose visibili e invisibili



venerdì 2 agosto 2013

Tempo




Ho tantissime parole dentro la testa.
Cose da raccontare.
Post già pronti e salvati in bozza.

Per esempio, vi vorrei parlare di un ex bambino noioso, diventato improvvisamente ragazzo, che fino a qualche mese fa mi ignorava ombroso, e ora mi tempesta di SMS divertenti.

Oppure di un concerto mancato.

Oppure di una passione smodata e viscerale per la Zumba, e una specie di flash mob in collina tra le zanzare e i vigneti, e un’ultima lezione, e il corpo che se ne è già accorto.

Oppure di una poesia bellissima, che come tutte le vere poesie, non è pubblicabile.

Parlerò e condividerò, a rate, prometto.
A parte, forse, la bellissima poesia.
Che come tutte le vere poesie, si scrivono e poi si dimenticano.
 
Ma fondamentalmente, con i boccoli freschi di piega e decolorante, sono pronta per le vacanze.
Saranno lunghe, dopo un anno lungo.
Talmente lunghe che mi fanno un po’ paura.

Perché tante cose stanno per cambiare.

Quando una pietra comincia a rotolare in discesa, è difficile fermarla.

Ma sapete che c’è?
Mi cullo in quel rassicurante tedio e torpore dei primi giorni di vacanza. Fiato corto e troppa roba da fare.

Credo che staccherò.
La testa e tante altre cose.
O forse no.

Devo fare il giro intorno a me stessa, per capire se poi torno al punto di partenza, o mi trovo spostata di lato.
Non ho capito esattamente cosa vuol dire, ma il succo è quello.

Non dimenticatemi.