Storie di tutte le cose visibili e invisibili



mercoledì 29 agosto 2012

L'estate sta finendo, e un anno se ne va. Spero.



Sono state le vacanze del caldo “che non si sentiva da 60 anni”, e che a me sembra che ormai siano parecchi anni, che fa caldo così.
E che se avessi l’aria condizionata in casa, il caldo a Luglio e Agosto a me piace, pure a 40 gradi con l'afa e le zanzare, che almeno vai fuori la sera con i vestiti sbracciati, e mica con il golfino, come mi è capitato due anni fa, che stavo al mare e la sera facevano 15 gradi e ho dovuto comprarmi una felpa.

Sono state le vacanze delle Olimpiadi, che riempivano le mie giornate e serate, e le ho viste proprio tutte tra una terapia e l'altra, pure il Pentathlon Moderno, che mi è sembrato un mix tra Giochi senza Frontiere e un Palio dei quartieri.

Sono state le vacanze della Settimana Enigmistica completata fino alla fine e agognata ogni martedì.

Sono state le vacanze dell’ennesima, discutibile, orribile canzonetta in Portoghese, che noi Italiani abbiamo deciso che invece è figa, e cecererece, cecererece, cecererece, cecererece, ce ce ce ce ce.
E di quell’altro stordito di Biagio Antonacci, che non ne posso più delle sue vacanze in Salento, che ci sono andata 3 volte e non ho mai visto tutte ‘ste ragazze a ballare la pizzica per strada, io …

Sono state le vacanze con lo stomaco completamente chiuso, gli attacchi di panico, la pelle spenta, crollare su un divano alle 21:30 e svegliarsi alle 5 sperando di essere morta.

Sono state le vacanze che mi sono costate, economicamente parlando, più di un viaggio ai Caraibi, tra benzina e medici e terapie e – soprattutto – farmacie.

Sono state le vacanze dei chilometri sotto il sole per accompagnare mio padre a fare le terapie, le visite mediche, le analisi.
Tre ospedali diversi.

Sono state le vacanze dello sdegno e lo stupore per quanta superficialità e pressapochismo ed imbarazzante impreparazione e leggerezza siano diffuse tra medici e affini. Due reparti di un ospedale che chiudono per ferie e dimettono tutti i pazienti, compresi quelli in emergenza (come mio padre), meritano un post a parte.

Sono state le vacanze che tornare a lavorare è stata la cosa più bella che potesse capitarmi.

Sono state le vacanze che mi hanno messo alla prova con qualcosa di enorme, che non credo riuscirò a raccontare a nessuno fino in fondo, con un accanimento che per giorni mi sono dannata l’anima chiedendomi perché, e si fa fatica a smettere con la dietrologia, perché ci sono momenti che si risolvono solo così, pensando che Dio ce l’ha con te, e non riesci a venirne fuori, perché forse solo quando smetti di chiedergli pietà, succede che vedi un po’ di luce.

6 commenti:

  1. A me un giorno hanno detto "Si vede che Dio ha una grande stima di te, sa che puoi sopportare".
    'Che culo' ho pensato e non c'è bisogno di specificare in quale paese ho gentilmente mandato chi mi ha detto questa frase.
    Ti sono vicina....un abbraccio.
    Patrizia

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  2. Capita di trovarsi dentro a certe situazioni senza nemmeno capire come sia successo. La mente escogita sortilegi per "riavvolgere il nastro" e cambiare le cose nel punto esatto in cui c'è stata la svolta sbagliata. ma è un tentativo che si rivela inutile ad ogni risveglio. e il respiro diventa corto, la testa scoppia e gli occhi fanno tanta fatica a rimanere aperti, sarà anche per quel gonfiore che arriva fino a sera.
    si passa il tempo a cercare una soluzione, a capire quale sia la meno peggio (perchè quella di sicuro successo non esiste), intanto l'estate passa, e anche la vita, il buon umore che si sarebbe potuto spremere dalle belle giornate estive, per farne scorta, come fosse passata di pomodoro per l'inverno.
    Vivere in apprensione senza sapere fino a quando, senza sapere come si evolveranno le situazioni che ci creano ansia distrugge l'energia vitale.
    Scusa, non avevi bisogno di altro pessimismo ma mi è venuto spontaneo condividere anche la mia estate non proprio esaltante.
    ripromettiamoci di condividere anche il momento in cui la vita ci darà di nuovo motivo di sorridere con un pò di leggerezza.
    nel frattempo dobbiamo cercare di sostituire ogni giorno un pensiero scuro con un'altro luminoso: credo che sia l'unico modo per non farsi travolgere, anche perchè non possiamo permettercelo.
    un abbraccio affettuoso.
    LA LUNA NERA

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  3. P.S.: io ho cancellato per sempre quel biagio da quanto pretendeva "chiedimi scusa"! frase che il mio cervello registrava come sopruso e quindi inammissibile, ovviamente.
    LA LUNA NERA

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  4. Ciao Patrizia, anche io ho sentito quella storia che Dio ti offre delle prove di vita che sa che puoi benissimo affrontare perchè sei forte. Echecazzo, dico io.
    Grazie, un abbraccio anche a te!

    Luna Nera, prometto quanto prima un post cazzone :) Ti stringo forte.

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  5. Anche la mia estate è stata una NON estate. Anche a me sta sul cazzo biagio col Salento, visto che è da li che sono dovuta ripartire dopo soli 2 giorni di ferie, con la sola notizia che mia cognata aveva fatto un incidente grave assieme alla sorella di suo moroso, senza sapere cosa esattamente fosse successo....1000 e passa km con l'ansia e l'angoscia ad ogni squillo del cel, e piano piano la fortunata realtà da una parte ma la tragica realtà dall’altra, che affiorava….
    Anche la mia è stata un'estate tra ospedali e scontri con gente insensibile che non merita nemmeno di tirar su le cacche dei cani...
    E' stata una NON estate, recuperata un po’ verso fine agosto, ma sempre con quel senso di amaro in bocca.
    Ora le cose vanno verso un po’ di normalità, per quanto tutto questa brutta storia si sia portata via quella che era la normalità di prima.
    Ti abbraccio
    Mirka

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  6. Mirka so cos'è successo, tuo fratello mi ha raccontato tutto, eravamo tutti sotto shock, pur non conoscendo le persone, immaginando quello che i familiari e i fidanzati devono avere provato lungo quella strada, in quel momento terribile.
    Ti ho pensata tanto, credimi ...
    Coraggio, un bacio.

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