Storie di tutte le cose visibili e invisibili



mercoledì 23 maggio 2012

Di shopping, commesse, compleanni e bimbiminchia


Adoro spendere.
Mi colloco serenamente tra Carrie Bradshaw e Becky Bloomwood.
E vi assicuro che non ne ho, di soldi.
Periodicamente metto la carta di credito in cassaforte, giusto per far riprendere fiato al mio Direttore di Banca.

Amo tutte le forme di acquisto in genere: per dire, vado al supermercato per rilassarmi. Ma prediligo le cose che posso mettermi addosso.
Tipo, sabato mi sono comprata un rasaerba: ho scelto un modello moderatamente costoso perché gli altri erano gialli o rossi, e io detesto il giallo e il rosso è banale, però non ho potuto indossarlo la sera e quindi il mio week-end ha avuto senso a metà.

Ciò premesso, generalmente detesto gli outlet e tutti i posti dove non è prevista la vendita assistita. Ovvero, mi piace entrare in un negozio, vedere una sorridente commessa che mi viene incontro, possibilmente vestita meglio di me, alla quale spiegare cosa sto cercando.
Il resto del tempo gradisco trascorrerlo come se fossi un manichino, con lei che mi propone vari outfit tra i quali scegliere.

Esigo, inoltre, deferenza e dedizione assolute.
Auspico che mi si dica almeno una volta una di queste frasi:
-      Con il fisico che hai, puoi metterti qualsiasi cosa
-      Ti propongo questo abito un po’ particolare, se non te lo puoi permettere tu …
-      Ti sta benissimo
Ovviamente se è vero.
Se mi hai portato una cosa che mi sta male, vuol dire che non sai fare bene il tuo lavoro.

Tutto ciò a tuo vantaggio, perché se mi tratti come Julia Roberts in Pretty Woman io spenderò una smodata quantità di soldi nel tuo negozio. E ci tornerò.

Esempio: grande magazzino, esco da un camerino con un abito che, obiettivamente, mi è un po’ troppo “giustino”, e la commessa:
“Eh, ti ci vuole almeno una taglia in più”
Amica, con me hai chiuso. Per sempre.



Il Nano ha compiuto 11 anni.
Nano per modo di dire, dato che gli abbiamo dovuto comprare un paio di scarpe da ginnastica n° 45.
A corto di idee per il suo regalo, ho pensato che sarebbe stato carino prendergli una T-shirt un po’ fighetta.
E sono andata, per la prima volta in vita mia, in uno di quei concept store per bimbimichia che ci sono nella mia città.
Dove una micro maglietta costa almeno 80 Euro, per dire.
I bimbiminchia, per chi non lo sapesse, sono i pre-adolescenti figli di papà o aspiranti tali. Almeno credo.

Dicevo, in questi negozi non si distinguono i commessi dai clienti, perché sono tutti vestiti uguali e hanno le fattezze di Justin Bieber.
Tu entri, e loro non ti si filano di pezza. E continuano imperterriti a piegare magliette già piegate e vagabondare nel negozio dove gli abiti sono esposti in ordine assolutamente casuale tra biciclette, lampade, motorini e cassoni di birra.

“Ciao scusa, posso chiederti un aiuto?”
“Buongiorno, mi dica?”
Primo errore: non mi dare del lei, piccolo ragazzetto schifoso, non vedi che sì, forse anagraficamente potrei essere tua zia, ma sono una gran gnocca con i capelli biondo miele mossi dal vento?
“ehm, … sì. Cercavo una maglietta per un bambino di 11 anni. Però veste 13/14 anni.”
“Eh … allora niente … non abbiamo niente”.
Grazie per la collaborazione amico, non sai chi ti sei messo contro, adesso scateno la biscia che è in me.
“Scusa se insisto, guarda che è alto più o meno come te, e tu ti vesti qui, giusto?”
“Beato lui…”
Appunto, nanetto imberbe ...
“ E quindi?”
“Mah, forse c’è qualcosa nel reparto bambino che veste fino ai 12 anni … oppure deve cercare tra i capi adulto, qualche Small che veste piccolo.”
“AH vabbè … e dove li posso cercare?”
“Beh … qui in giro …”

Gli abbiamo preso un pallone da basket.











4 commenti:

  1. Ma come si permette quella?
    No dico: non lo sa che sei una fichissima binodo-miele??
    Che forza che sei...=)
    Buon compleanno al nano gigans, allora.

    Susibita

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  2. Susibita, avresti dovuto vedere la scena: appena la commessa ha proferito quelle ignobili parole, mio moroso ha detto "oh oh ...", come dire "ragazza, hai commesso un errore fatale"... come mi conosce !

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  3. sì, "vestita meglio di me", altrimenti non è credibile!
    però è sempre più raro trovare commesse all'altezza, anzi, è raro trovarne, di commesse. sembra essere diventato un mestiere che tutti sono in grado di fare ma non è affatto così. però si capisce perchè, rientra nel decadimento generale...
    Oh, però oggi c'è il sole, non è freddissimo e io non voglio essere pessimista! Buon fine settimana!
    LA LUNA NERA

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  4. "Dicevo, in questi negozi non si distinguono i commessi dai clienti, perché sono tutti vestiti uguali e hanno le fattezze di Justin Bieber.
    Tu entri, e loro non ti si filano di pezza. E continuano imperterriti a piegare magliette già piegate e vagabondare nel negozio dove gli abiti sono esposti in ordine assolutamente casuale tra biciclette, lampade, motorini e cassoni di birra."

    G E N I A L E! :)

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